Questo portale non gestisce cookie di profilazione, ma utilizza cookie tecnici per autenticazioni, navigazione ed altre funzioni. Navigando, si accetta di ricevere cookie sul proprio dispositivo. Visualizza l'informativa estesa.
Luigi Di Gregorio presenta il suo libro
Demopatìa
Sintomi, diagnosi e terapie del malessere democratico" (Rubettino)
L'autore dialogherà con Dino Amenduni, comunicatore politico di Proforma. Modera Pierpaolo Lala, giornalista, addetto stampa e curatore della rassegna.
L'autore. Luigi Di Gregorio è docente diComunicazione pubblica, politica e sfera digitale e di Web e Social Media per la Politica all'Università della Tuscia.
Il libro. Cosa è successo alle nostre democrazie? Perché vivono una crisidi legittimità e di performance proprio quando sembravanoindiscutibilmente vincenti? A partire da numerosi sintomi,diffusi in tutto l'Occidente, il volume giunge a una diagnosi alargo spettro e perviene alla conclusione che la democrazia èaffetta da demopatìa. È malata perché è malato il demos. E ildemos si è ammalato "inevitabilmente", per una sorta dipatologia autoimmune e degenerativa, che è il prodotto dimutamenti fortemente voluti in tutto l'Occidente. Il malesseredemocratico è il derivato della lunga transizione allapostmodernità: individualizzazione, perdita di senso sociale,fine delle metanarrazioni, crisi del sapere, delle istituzioni edelle autorità cognitive, narcisismo, nuove percezioni econcezioni di tempo e spazio, trionfo della sindromeconsumistica e della logica totalizzante dell'"usa e getta" cheormai si applica in ogni ambito esistenziale. I grandi motori diquesto cambiamento sono i mass media e le innovazionitecnologiche. Hanno accelerato la transizione postmoderna,incrementando le logiche della società dei consumi: istinti,istanti, immaginario, neoreale mediatico più rilevante del reale"empirico", politiche simboliche che dominano sulle politichereali, verità "diffuse" e personalizzate. La democrazia che nederiva, mediatizzata e psicologica, sembra una sondocraziapermanente, i cui leader assumono le caratteristiche deifollower (inseguitori dell'opinione pubblica) e in cuil'opinione si fa emozione pubblica, tanto è diventata volatile evolubile in una dinamica istantanea. Le terapie proposte finqui, per uscire dalla crisi, sembrano spesso velleitarie. Non sisalva la democrazia immaginando retromarce della storia,evocando il ritorno a una presunta età dell'oro o confidando inindividui iper-razionali che non esistono. C'è una sola stradapercorribile: fare i conti con noi stessi. Se non si parte daldemos, non esiste cura democratica.