Questo portale non gestisce cookie di profilazione, ma utilizza cookie tecnici per autenticazioni, navigazione ed altre funzioni. Navigando, si accetta di ricevere cookie sul proprio dispositivo. Visualizza l'informativa estesa.


Eventi e speciali

Libro "Storia della Parrocchia di Sant'Antonio Abate - Chiesa del Sacro Cuore"

(Ed. Erreci, Maglie)

Informazioni utili

  • Categoria: Pubblicazioni
  • Data: 22/11/2009
  • Dove: Maglie
  • Indirizzo: l'Auditorium della Chiesa del Sacro Cuore
  • Costo: accesso libero
  • Orario: 18:30

Gli autori Mario Andreano, Vincenzo D'Aurelio e Roberto Muci, con la presentazione di questo volume concludono la serie di iniziative promosse dalla Parrocchia per festeggiare il 50° Anniversario della sua Consacrazione. Il libro, diviso in tre parti, si apre con una introduzione storica circa il culto di Sant'Antonio Abate. Vincenzo D'Aurelio, magliese e studioso di storia patria, ricucendo le scarne notizie circa la grecità della sua patria compone le basi per una interessante narrazione che analizza il culto dell'Abate attraverso i secoli.

In particolare si parla di culto salentino alla luce delle alternanze di liturgia greca e latina, ma l'ampio spettro di analisi non può sottrarsi dal volgere lo sguardo ad un culto ancor più complesso e antico come quello pagano del fuoco che a quello di Sant'Antonio lega le focare e i miracoli. Allora l'autore, distribuisce la narrazione tra i secoli spaziando nella vasta geografia mediterranea e lungo un percorso preciso e storicamente completo ci conduce dalla Tebaide a Costantinopoli, per poi passare nel delfinato francese a Viennois e da qui ancora una volta ritornare nella sua terra d'origine: il Salento.

Una storia, quella di Sant'Antonio Abate, millenaria densa di significati e di simboli dai quali si scopre la sua iconografia e da questa il suo culto, la fede popolare e le credenze innervate in quella ruralità popolare che di Sant'Antonio Abate ne fece lu santu de lu focu. Ma la storia di un culto è anche spesso la storia di una comunità. Era il 1959 quando don Teodoro Petracca, assegnato alla cura delle anime della Parrocchia di Sant'Antonio Abate di Maglie, si rese conto che l'antica chiesa di Sant'Antonio sull'omonima strada era piccola per una comunità prepotentemente cresciuta. Il suo sogno di realizzare una nuova Casa di Dio si concretizzò con l'acquisto di un terreno vicino e vedrà da questo momento in poi prendere forma la nuova struttura.

Un sogno spesso di difficile realizzazione per insufficienti risorse economiche, ma l'audacia e la perizia del buon don Teodoro, affiancato dalla beneficienza di numerosi e illustri cittadini, resero possibile quest'impresa. Quando la nuova Chiesa ormai era terminata, anche la vita di don Teodoro terminò e il suo sostituto fu un sacerdote che ha segnato per più di trent'anni la storia di questa parrocchia: Don Antonio Castellana. Anche per lui numerose vicissitudini, un impegno indefesso a migliorare la parrocchia e un continuo monitoraggio delle anime, lui che con il suo carattere duro e deciso era anche così amorevole e proteso verso il prossimo, verso il fanciullo in particolare. Chiamato a Dio sul finire degli anni '90, il testimone passa a don Antonio Carluccio, attuale parroco.

Questa è la storia, seppur sintetizzata, della narrazione di Mario Andreano, magliese, professore di lettere e membro onorario della Società di Storia Patria per la Puglia, che con un'attenta e precisa ricostruzione storica, senza perdere di vista lo sfondo storico nazionale nel quale si cala prepotentemente la nostra microstoria, ripercorre la vita di questa comunità e della sua parrocchia attraverso quegli anni di grandi trasformazioni sociali e di rinnovamento della Chiesa. La particolarità della Parrocchia di Sant'Antonio Abate è quella di essere anche titolata come Chiesa del Sacro Cuore.

Per millenni l'affascinante enigma dell'incessante pulsare del cuore è stato fonte inesauribile di stupore, meraviglia e venerazione. L'uomo si è spesso chiesto quale fosse la forza misteriosa del principio vitale che mantiene il cuore in continuo movimento e fa sì che il suo battere non si arresti mai per tutta la durata dell'esistenza di un individuo. Fu subito chiaro che doveva sicuramente trattarsi di una forza legata alla dinamica della conservazione della vita, perché questa dura finché il cuore batte, mentre l'arresto cardiaco determina subito la fine di tutti gli altri movimenti dell'organismo, la morte fisica dell'individuo.

Non a caso, fin dalle epoche più antiche, è la questione più affascinante della biologia, cioè l'enigmatica e stupefacente capacità di un organismo di preservarsi dalla morte e di mantenersi in vita per periodi di tempo relativamente lunghi, aveva trovato nell'incessante pulsare del cuore il suo centro focale di riferimento. Intorno ad esso ruotarono concezioni (cultuali ancor prima che scientifico-culturali) soteriologiche, antropologiche e psicologiche, credenze religiose, precetti etici, dottrine mediche e teorie dinamico-cosmologiche.

La questione se il cuore sia il centro o il principio primo ed egemone dell'organismo, e se ad esso spetti la signoria suprema nell'organismo stesso, si é sempre intrecciata - in una densa rete di analogie, derivazioni, intersezioni ed influenze reciproche - con la riflessione psicologica ed antropologica, contribuendo cosi a definire le concezioni complessive dell'uomo. Un culto, quello del Cuore di Gesù, di antica tradizione che la stessa chiesa cattolica venera. Fu papa Pio XII nel 1956 a parlarne con l'Enciclica HAURIETIS AQUAS con la quale fonda il culto al Sacro Cuore sulla storia della salvezza. Sono questi i temi affrontati da Roberto Muci, teologo e sociologo magliese, che come un fiume in piena ci parla di questo Cuore di Cristo con una tale tensione e forza tipica di un uomo notoriamente sempre proteso verso i suoi fratelli.


Link utili

ClioCom © copyright 2025 - Clio S.r.l. Lecce - Tutti i diritti riservati