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Tonino Caputo è nato a Lecce nel 1933. Nel 1952, completati gli studi nel locale liceo scientifico, si trasferisce a Roma iscrivendosi alla Facoltà di Architettura. Da subito emerge il suo interesse primario per la pittura e nel 1956, sostenuto dai poeti Vittorio Pagano e Rina Durante, partecipa ad una prima collettiva figurativa. Nello stesso anno conosce Gastone Novelli ed inizia la ricerca nel campo dell'informale, cammino, questo, che durerà cinque anni. Nel 1958, presso la galleria Discoteque di Roma, con lo stesso Novelli, partecipa ad una collettiva assieme a Twombly, Rotella, Accardi, Sanfilippo, Cagli e Gnoli. Nello stesso periodo collabora con scritti d'arte e disegni a numerosi periodici nazionali. Risale a quegli anni il suo rapporto culturale e d'amicizia con Piero Manzoni. I due intrattengono una fitta corrispondenza, Quando Piero Manzoni crea le sue prime sculture viventi, appone la propria firma sul braccio sinistro di Caputo, consacrandolo "opera d'arte perenne" e consegnandogli a tal proposito la tessera n.3.
Dal 1963 al ’65, pur vivendo prevalentemente a Parigi, la sua vicinanza agli ambienti culturali romani non viene meno ed anzi si rafforza il suo rapporto di amicizia e collaborazione con Carmelo Bene, conosciuto anni prima. Dal 1967 al ’69 Caputo realizza tutte le locandine dei suoi spettacoli, nonchè le pitture di scena, come quella del film "Capricci", girato in gran parte nello studio romano di Caputo in via Monitoro, poi presentato a Cannes nell'ambito della Rassegna "Quindicina degli autori". In questa produzione filmica Carmelo Bene riserva a Caputo addirittura un ruolo come attore.
Dal 1970 al '73 egli compie una serie di viaggi nei paesi dell'Est europeo, partecipando comunque, nel 1972, alla Biennale di Venezia (sezione teatro) con le scenografie per il dramma "Egloga" di Franco Cuomo e Maricla Boggio, piéce che verrà rappresentata nel Teatro di Palazzo Grassi.
Caputo continuerà il rapporto con Franco Cuomo eseguendo cinque grafiche per Storia di Giovanna vergine di guerra e Gilles del Rais detto Barbablu, dramma scritto dallo stesso Cuomo e pubblicato sulla rivista “Sipario” nel 1975. Per lo stesso Cuomo crea quattro acqueforti basate sulla traduzione dal francese di alcune ballate di Francois Villon.
Nei 1974 stringe amicizia con l'artista Carlo Quattrucci e nello stesso anno Marcello Venturoli dedica a Caputo una monografia.
Nel 1975 Caputo vive e lavora per alcuni mesi con lo stesso Quattrucci a Barcellona.
E’ del medesimo periodo la sua collaborazione con la rivista “Il Mondo” mediante la produzione di alcuni disegni, con ciò raccogliendo l'eredità di Mino Maccari.
Nel 1976 Tonino Caputo conosce Fortunato Bellonzi, che avrà un ruolo preponderante nel lavoro dell'artista fino al '93.
Risale agli anni 1977 - 78 il periodo australiano di Tonino Caputo, accanto ai cercatori di pietre preziose della montagna Blu, periodo durante il quale terrà in ogni caso due importanti mostre in quella parte del mondo.
Dagli anni '80 in poi Caputo frequenta assiduamente la Svezia e negli stessi anni inizia un rapporto di lavoro con i fratelli Ettore e Antonio Russo.
Nel 1982 l'artista inaugura uno studio a New York e da quel momento trascorre parte dell'anno a Manhattan.
Si tengono in quegli stessi anni una serie di mostre itineranti di grafica, organizzate dalla Quadriennale d'Arte di Roma in collaborazione con il Ministero degli Esteri, mostre poi presentate nei maggiori musei del mondo.
Sempre tra il 1983 e il 1984 esegue due pale d'altare per la chiesa settecentesca di Quercia di Aulla.
Nei 1992 la rivista inglese 'Art & Design', in una ricerca dello storico Ken Griffith, inserisce Caputo tra i cinquanta artisti più significativi della seconda metà del secolo in Italia.
Nei tardi anni '90, su commissione del sindaco di Helsinborg, Caputo stampa due litografie: una sulle Town Hall della città , che verrà distribuita nelle Pinacoteche di molte città consorelle (tra cui Helsinor, Amburgo. Pechino, nella Pinacoteca dell'Opera di Pechino) e l'altra sul S. Basilio di Mosca, poi messa in vendita per aiutare i giovani disadattati della Russia democratica.
Nel 1999 realizza un mosaico che viene collocato nella Stazione di Bracciano, lavoro eseguito su commissione della Società Nokia e delle Ferrovie Laziali.
La sua vita artistica prosegue sino ai giorni nostri con la partecipazione a numerose manifestazioni culturali e a mostre, tanto personali quanto collettive.
Testo: www.arsvalue.com