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Rassegna [Tra]dire e fare
In una notte illuminata dalle lucciole della ragione, Sciascia e Pasolini - voci diverse per stile e personalità ma accomunate dalla stessa passione civile e dal lucido sguardo con cui hanno osservato il loro tempo - si incontrano idealmente per parlare dell’esistenza e dei suoi segreti ingranaggi.
Lo spazio è quello di un’aula scolastica, memoria degli anni in cui Sciascia fece il maestro elementare a Racalmuto, e dalla cui esperienza nacque il suo romanzo d’esordio, “Le Parrocchie di Regalpetra”. Uno spazio che, di volta in volta, assume, con la parola e l’azione, le sembianze dolenti e allucinate della zolfara, o del Parlamento, o l’oscurità fantasmatica di un luogo squarciato dai lampi di un pensiero intriso di pena, ma inesorabile nel suo ragionare per l’uomo.
In questo spazio metamorfico dell’aula, oltre al narratore Baliani, un vecchio e sei bambini giocano il gioco eterno e immutato del boia e della vittima, del servo e del padrone, del candore e della follia. Ma è Sciascia, attraverso il racconto in prima persona, a muovere in forma di veglia questa fuga su Pasolini, visto come un fratello, dando alle sue parole il carattere di una estrema riflessione sulla morte, sulla scrittura come inesorabile contestazione del potere della morte, del suo prestigio, formulando la più limpida intonazione dell’impegno, laicamente inteso.
Nuovo Teatro
in collaborazione con Palermo Teatro Festival e Fondazione Leonardo Sciascia
di Roberto Andò e Marco Baliani
da Leonardo Sciascia e Pier Paolo Pasolini drammaturgia e regia Roberto Andò
con Marco Baliani
e con Coco Leonardi, Andrea Martorano, Umberto Nesi, Felice Panico, Armando Pizzuti, Alexandre Vella
scene costumi e luci Gianni Carluccio
musiche Marco Betta