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Eventi e speciali

"Indovina chi viene a cena": cena letteraria con Massimo Montanari

Libro Montanari

Massimo Montanari, il principale storico italiano dell'alimentazione, ospite di "Liberrima nel Cortile"

Informazioni utili

  • Categoria: Pubblicazioni
  • Data: 21/01/2009
  • Dove: Lecce
  • Indirizzo: Corso Vittorio Emanuele 33
  • Costo: € 20 - Max 50 persone
  • Orario: 20:00
  • Organizzatori: Liberrima
  • Telefono: Info e prenotazioni: 0832 245524 - 0832 242626
  • Fax: 0832 575038
  • E-mail: comunicazione@liberrima.it
  • Sito web: http://www.liberrima.it
Continua “Indovina chi viene a cena?”, le cene letterarie con i protagonisti della cultura italiana, autori, musicisti, artisti.

“All’Ombra del Barocco” Il caffè di Liberrima e “Liberrima nel Cortile”, in Corso Vittorio Emanuele 33, presentano mercoledì 21 gennaio 2009, alle ore 20.00, un evento enogastronomico che avrà come ospite d’onore il prof. Massimo Montanari punto di riferimento europeo della storia dell’alimentazione. Converserà con gli ospiti sul tema “Il Cibo come cultura”.
In occasione dell’incontro l’autore presenterà anche il suo nuovo libro “Il formaggio con le pere. Storia di un proverbio” (Laterza 2008).

L’evento “Indovina chi viene a cena” con le sue degustazioni gastronomiche, letterarie e musicali coinvolge gli ospiti in un modo nuovo e in un luogo nuovo: la libreria.
Stiamo lavorando all’idea che avvicinare il libro e la libreria alla cultura del cibo e del vino contribuisca fortemente a creare nuovi lettori.

La cena letteraria ci sembra un ottimo contesto conviviale per realizzare questo obiettivo culturale.
Il caffè di Liberrima presenta la cena buffet con piatti pensati in abbinamento ad un grande vino rosso: Le Braci, dell’ “Azienda Monaci” di Severino Garofano.

L’ospite d’onore: il professor Massimo Montanari. A partire dagli anni ’70, docente di Storia medievale e di Storia dell’alimentazione all’Università di Bologna, collaboratore di “la Repubblica”, ha aperto un filone di studi sull’alimentazione che prima delle sue ricerche era assente dall’accademia italiana e che oggi coinvolge centinaia di studenti e ricercatori in Italia e in Europa, e si estende alle esperienze di Slow Food e di Pollenzo, sede della prima “Università di Scienze Gastronomiche” del mondo. È grazie a Montanari che è pienamente accolta l’idea del “cibo come cultura” e che dietro all’alimentazione ci sia tutta la storia di un Paese. «Fare lo storico – ha dichiarato Montanari – significa essere curiosi di ricostruire la vita dell’uomo e delle società nello spazio e nel tempo. Il nostro obiettivo deve essere quello di capire come si viveva nel passato e non ci occupiamo di antiquariato. Sia nello studio del medioevo sia in quello dell’alimentazione mi muovo sempre su queste coordinate. Per questo io studio le patate, il pomodoro o la pasta, intesi come strumenti della vita degli uomini, come luoghi della cultura di una civiltà».
Sull’elemento della convivialità, ossia del mangiare insieme ma anche del parlare, pensare, e leggere insieme, Montanari ha scritto pagine fondamentali nel suo “Convivio” (Laterza 1989), soprattutto nell’introduzione “Mangiare, vivere insieme”, primo volume di una trilogia che comprende “Nuovo Convivio” e “Convivio Oggi”, sulla storia e la cultura dei piaceri della tavola dall’antichità all’età contemporanea. Per Montanari, esiste una vocazione conviviale degli uomini che si traduce in attribuzione di senso ed è dunque la premessa per l’elaborazione di significati e valori di comportamento, punto di partenza di ogni idea di cultura. Il cibo è portatore di codici linguistici e culturali, di universi simbolici tanto ricchi da configurare la tavola come metafora della vita: l’etimologia della parola “convivio” suggerisce l’identificazione tra il vivere insieme (cum-vivere) e il mangiare insieme. La partecipazione alla mensa comune è un segno dell’appartenenza ad una comunità.
Dal cibo come cultura al formaggio con le pere: un antico proverbio francese del Duecento dice testualmente: «Dio non ha mai fatto un matrimonio così riuscito come quello tra la pera e il formaggio». L’accoppiamento si delinea come un vero e proprio luogo comune, mentale e linguistico prima che alimentare, come prova anche lo strano e notissimo proverbio «Al contadino non far sapere quanto è buono il formaggio con le pere». Nel suo racconto, Montanari si avventurerà – non senza colpi di scena – nei delicati territori di confine tra cultura scritta e cultura orale, tra rapporti economico-sociali e rappresentazioni mentali.

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