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Eventi e speciali

Per troppa luce

Per troppa luce

Livio Romano presenta il suo libro

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Per troppa luce

Per la rassegna letteraria "A Franco sarebbe piaciuto"

Presentazione del romanzo di Livio Romano, edito da Fernandel.

L'autore dialoga con Giuse Alemanno.

La rassegna per autori e lettori - “A Franco sarebbe piaciuto” -è dedicata al giornalista Franco De Pace, scomparso nel 1998, ed è organizzata dalla libreria “I Volatori”, con il coordinamento di Loredana Giliberto, in collaborazione con il B&B “Antica Dimora”, il bar Caffè Teatro “Il Melograno”, Musicaos Editore.

Il libro

Un professore universitario, il proprietario di una tv locale e un ricco medico ingaggiano l’architetto portoghese Francis Arrangiau perché progetti nel Salento un colossale parco tematico finanziato per intero da fondi pubblici. C’è da abbattere la masseria in cui vivono centinaia di immigrati e imbastire una ragnatela di carte false. Antonio è un ispettore del lavoro e Simona un avvocato. Si incontrano, si innamorano, si lasciano. Entrambi, però, e per vie diverse, si ritrovano coinvolti nella battaglia contro il comitato d’affari. Attorno a loro si muove una folla variopinta di personaggi: una principessa araba, un ricercatore precario gigolò per sopravvivere, l’ex consigliera del dittatore Ceaușescu, un pm geniale, uno psicologo arraffone, scrittorini oscuri quanto vanitosissimi e un gran numero di trentenni plurilaureati che accettano miseri lavori nella comunicazione pur di non emigrare. Sullo sfondo di una provincia italiana sfrenatamente libertina, Per troppa luce è una commedia grottesca con un colpo di scena drammatico, in cui l’impegno civile è un modo per dare un senso duraturo alla propria esistenza e lasciare una traccia di sé. 2010, Neripoli, Salento. L’ingegner Nardelli (mica tanto ingegnere, visto che non ha mai dato gli ultimi esami che servivano per prendere la laurea) è il proprietario di una rete locale, ma non è contento dello status quo e ha un’idea per svoltare: fondare una web tv, dotare la città di una rete wi-fi gratuita e fare in modo che ognuno abbia una di quelle diavolerie di tablet che spopolano oggi, quello è il futuro, gli inserzionisti pagheranno l’iradiddio. Le cose non vanno come pensa, le visite e le entrate pubblicitarie scemano, i tablet importati da Taiwan si rivelano dei catorci e allora per rientrare della scoppola economica si lascia coinvolgere in un affare ben più grosso. Il suo referente politico, il dottor Amari, direttore generale della Asl ed esponente della destra sociale in predicato di entrare in Parlamento (talmente di destra da aver chiamato la figlia Aquila Sabauda Fascista) e il professor Caraccio della Antiqua Universitas Neripolensis – un omaccione à la Gerard Depardieu coi capelli biondi di Enzo Paolo Turchi – hanno in mente di costruire proprio lì, nelle campagne sperdute e arse dal sole, un gigantesco parco tematico il cui progetto verrà affidato al misterioso architetto portoghese Francis Arrangiau, considerato un vero guru del settore. Con un investimento irrisorio, la protezione politica di Amari, i terreni di Nardelli e l’impiego degli studenti dell’università di Caraccio riusciranno a tirare su dal nulla l’imponente Parco Messapico, una ricostruzione fedele di un villaggio dei loro antenati millenari con l’aggiunta però di villette di lusso, casinò e divertimenti di ogni sorta per turisti ricconi. Il problema è che la masseria sita sul terreno di Nardelli è stata occupata dai braccianti irregolari che lavorano nelle campagne di Neripoli, vittime della decennale piaga del caporalato. A mettere i bastoni tra le ruote allo strano gruppo di affaristi interviene l’avvocatessa Simona Marris, una donna bellissima e tenace, che sul fronte privato sta vivendo una storia fatta di passione e abbandoni col consulente del lavoro Antonio Congedo, un amore che consumano nella di lei casa di campagna ribattezzata col nome omericamente esotico di “Ogigia”, sempre sul filo del rasoio e col rischio di bruciare “per troppa luce”… (Giulio Papadia, Mangialibri).

L'autore

Livio Romano è nato nel 1968 a Nardò, in provincia di Lecce, dove vive. Insegna italiano agli stranieri. Ha esordito con tre racconti in Sporco al sole a cura di Michele Trecca, Gaetano Cappelli ed Enzo Verrengia (Besa Booksbrother, 1998) e con un racconto in Disertori (Einaudi), a cui sono seguiti i romanzi Mistandivò (Einaudi, 2001), Porto di mare (Sironi, 2002) e Niente da ridere (Marsilio, 2007), il saggio Da dove vengono le storie (Lindau, 2000) e il lungo reportage dalla Bosnia Dove non suonano più i fucili (Big sur, 2005).


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