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prefazione: Paolo Fresu edizioni Kowalski-Feltrinelli
Un vino, una canzone. Cosa avrà bevuto Bob Dylan mentre inventava Like
a Rolling Stone? Con che vino accompagnare l'emozione di vedere un
concerto di Tom Waits? Con cosa festeggiare l'arrivo di Obama
ascoltando Nina Simone?. Possibile che bevendo negroamaro venga in
mente solo il reggae? Certamente Sergent Pepper dei Beatles non ha
bisogno di niente. Nessun vino risulterebbe altrettanto inebriante.
Questo è il nuovo gioco di donpasta per raccontare le sue storie.
Storie di amori, libertà, utopie. Profondi elogi all'ozio ed a
ribellioni rilassate attorno a cucine carbonare, moti rivoluzionari
che partano dalla pancia, dai profumi del vino, dalla saggezza di chi
lo produce con passione. Il vino è esperienza emozionante. Dietro c'è
la fantasia del vignaiolo, il rapporto alla terra, al terroir e a chi
vi lavora, c'è il sole che riscalda e la pioggia che bagna. Donpasta
ha chiesto ad un misterioso Candide, che nel vino è chi assaggia con
ingenuità, di condurlo a caccia di affabulatori da vigna, di santi
bevitori dei loro stessi vini, di contadini biodinamici, di uomini
dalla fervente prassi ecologica, di vini dimenticati ricchi di
leggende. Per sentire il suono della vigna, la melodia del vino, il
respirare del contadino che raccoglie, del percuotere nel pigiare. Il
vino, come il cibo, è strumento di conoscenza del reale, prisma
attraverso cui il mondo si manifesta nelle sue nefandezze o, al
contrario, nelle sue pratiche romantiche di resistenza culturale. Per
raccontarlo, ci si affida alla musica ed alla sua poesia. Tutto il
resto, blowin in the wine, lo dirà il vino.