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Al Caffè letterario
La cosa più urgente non mi sembra dunque difendere una cultura, la cui esistenza non ha mai salvato nessuno dall’ansia di vivere meglio o di avere fame, ma estrarre da ciò che chiamiamo cultura, delle idee la cui forza di vita sia pari a quella della fame.
Antonin Artaud
Il Caffè Letterario di Lecce presenta un nuovo incontro della rassegna Quante storie per un caffè, a cura dell’attore e regista Ippolito Chiarello.
La performance della Compagnia delle Arti del Corpo Mediterraneo ELEKTRA si intitola “48”. Lo spettacolo rientra in un progetto più ampio sul tema della bulimia e anoressia, nato dalla collaborazione che l’associazione artistico culturale Metalogo ha sviluppato con il Centro per la Cura e la Ricerca sui DCA, DSM - ASL Lecce. Spunto di questo lavoro sono stati i laboratori, tenuti all’interno del Centro, dalla coreuta Annamaria De Filippi in collaborazione con ELEKTRA.
Il riferimento più esplicito del numero 48 del titolo è a quella taglia che sembra essere diventata off limits da una cultura imperante che impone modelli preconfezionati. Nella performance al Caffè Letterario, tra danza, racconto e interazioni audio-video, si propone un’ipotesi di rappresentazione del corpo attraverso la cura creativa delle parole e dei gesti. Danzatrici e attori mettono in scena il percorso vissuto da chi si impegna ad uscire da una condizione che mortifica; ma gli artisti offrono una sorta di spiegazione impossibile, attraverso lo shock per immagini e i cambi di significato per uscire dalla logica dei soli numeri.
Dal tema principale si snodano tante letture di bulimia-anoressia, che, attraverso l’esperienza di terapia affiancata dalla ricerca artistica, diventano riflessioni estese della cultura femminile contemporanea per mettere in evidenza come sia necessario avere tutto l’amore e l’umana coscienza per sorreggere lo sconforto della “bestia”, così giustamente definita, da chi si vede appropriato il corpo e lo spirito. Il dolore, il malessere, per superarli, devono essere espressi; è necessario attraversare il primo ostacolo…forte: guardasi all’interno, meravigliarsi, scoprire cose di sè e del proprio vissuto che non si conoscevano, l’urlo nel vedere il vuoto o il troppo pieno che ci si è trovati dentro. Poi il coraggio del racconto, crudo e onesto, primigenitura dell’atto che emancipa, ed in fine osare, imporre il proprio volere, rivoluzionare l’animo mite, quello che ha subìto ma che ora impone il corpo pieno e sensuale nello spazio.
La prima performance-studio di "48" è stata presentata all'interno di "Pe(n)sa Differente"del progetto nazionale: Le buone pratiche di cura e la prevenzione sociale dei DCA, coordinato dal Ministero per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive e dal Ministero della Salute
48
Coreutica: Anna Maria De Filippi
Danzano: Mariliana Bergamo,Francesca Nuzzo, Francesca Pili.
Interazioni audio-video: Alessandro Saviozzi, Andrea Pati