Questo portale non gestisce cookie di profilazione, ma utilizza cookie tecnici per autenticazioni, navigazione ed altre funzioni. Navigando, si accetta di ricevere cookie sul proprio dispositivo. Visualizza l'informativa estesa.
A cura del Gruppo di Astrofisica di Lecce
Nell'ambito delle Celebrazioni per l'Anno Internazionale dell'Astronomia indetto dall'UNESCO (IYA2009), il gruppo di Astrofisica del Dipartimento di Fisica dell’Università del Salento, ha organizzato un seminario pubblico del Prof. Massimo Capaccioli dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, dal titolo "Aggettivando l'Universo: appunti dal viaggio dell'uomo alla scoperta del Cosmo". Il seminario, aperto al pubblico, si terrà Venerdì 8 maggio alle ore 17.30 nell'aula Ferrari (Palazzo Codacci Pisanelli, vicino Porta Napoli), Viale dell’Università, Lecce.
Il Prof. Capaccioli è uno dei massimi astrofisici italiani, già direttore per molti anni dell'Osservatorio Astronomico di Capodimonte, ed uno dei più brillanti conferenzieri.
Breve presentazione dell’intervento.
L'universo è immenso, antichissimo e forse eterno, misterioso, violento, affascinante. La sua contemplazione, o il solo pensarlo, evocano in noi ancestrali paure, dubbi esistenziali e il bisogno del soprannaturale: un "naufragar" della mente a cavallo tra sgomento e speranza. Eppure il cosmos, l'ordine universale, è la sintesi ultima di un pensiero fisico laico e matematico, libero dalle emozioni così squisitamente umane. Una contraddizione che racchiude in sé la tortuosa essenza della cosmologia, della “scienza del tutto” che nutre ed è nutrita da tutte l'altre scienze ma anche dal pensiero metafisico, dai valori etici e dal gusto per il bello che noi pretendiamo debba appartenere anche alla natura. La conversazione ci porterà a conoscere queste diverse facce dell'universo, con il concorso di immagini del cielo ma anche di interpretazioni artistiche dell'animo umano e delle sue emozioni. Visiteremo il cielo nelle profondità dello spazio e del tempo, coscienti come Kant che l'essere che scruta il cielo sopra sé contempla una legge morale dentro si sé.