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Ippolito Chiarello come non l'abbiamo mai visto prima in un'opera liberamente ispirato al romanzo (Fanculopensiero) di Maksim Cristan
drammaturgia Michele Santeramo
regia Simona Gonella
spazio e luci Vincent Longuemare
Da un romanzo accattivante, da un’esperienza di vita contemporanea, Ippolito Chiarello porta in scena una performance destabilizzante, un personaggio di grande coraggio, per alcuni, di grande insensatezza per altri, un uomo che andrà fino al fondo di sé scappando dal suo paese e ricominciando per strada. “Fanculo a sè stessi, fanculo al proprio personaggio, fanculo al ruolo” il leit motiv.
Gli spettacoli saranno preceduti da tre incontri con alcuni degli artisti che hanno dall’inizio sostenuto e condiviso il tema della produzione. Interverranno:
Venerdì 8: Giancarlo Norese artista che della rinuncia, dell'abbandono e della transitorietà ha fatto la materia vivente della propria esistenza e, in sublime coincidenza, della propria ricerca e produzione artistica e Cesare Pietroiusti che da sempre osserva i comportamenti ripetitivi e frettolosi della gente, e punta la propria attenzione sui pensieri non funzionali o sulla dimensione “subliminale" che un gesto, una traccia, un'immagine, possono avere;
Sabato 9: Michele Santeramo autore della drammaturgia di Fanculopensiero – Stanza 510 e autore di sceneggiature, racconti brevi editi, vincitore di concorsi di scrittura;
Domenica 10 l’autore del romanzo Maksim Cristan.
L’orario previsto per ciascun incontro è fissato per le ore 19.30