Eventi e speciali
Ti racconto il vino
Continua la rassegna enoletteraria del caffè "All'ombra del Barocco" e di "Liberrima nel Cortile"
Informazioni utili
- Categoria: Gastronomia, Degustazioni
- Data: 29/01/2009
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Dove: Lecce
- Indirizzo: Corso Vittorio Emanuele 33
- Orario: 20:15 e 21:30
- Organizzatori: Liberrima
- Telefono: Info e prenotazioni: 0832 245524 - 0832 242626
- Fax: 0832 575038
- E-mail: comunicazione@liberrima.it
- Sito web: http://www.liberrima.it
I vini della cantina di Alessandro Carrozzo, giovedì 29 gennaio 2009 con i vini “Bonsignore”, “Krasì” e “Carminio”
Il caffè “All’Ombra del Barocco” e “Liberrima nel Cortile”, in Corso Vittorio Emanuele 33, hanno in programma per giovedì 29 gennaio 2009, alle ore 20.15 e alle 21.30, un altro appuntamento enoletterario per la rassegna “Ti racconto il vino”, che abbina alla degustazione e alla narrazione dei vini pugliesi più prestigiosi l’intermezzo letterario di un libro. L’appuntamento di giovedì sera è con la Cantina Alessandro Carrozzo, giovane erede di una famiglia di coltivatori che a Magliano (frazione di Carmiano) con entusiasmo e fierezza ha iniziato a imbottigliare ed etichettare i vini prodotti dalle vigne di famiglia, coltivate sin dal 1877 dal bisnonno Giuseppe. Ed insieme al padre Pino, la madre Luigina, e le sorelle Elena e Elisabetta, continua questa avventura: undici ettari e circa ventimila bottiglie.
I vini degustati: di Carrozzo saranno degustati tre grandi vini: il “Carminio”, un vino non solo delizioso e vero, ma esemplare di un modo ottimale di interpretare oggi un vino rosso pugliese, che riesce ad essere moderno (giacché il vino ha la pulizia e l’intensità di frutto, l’appeal diretto che si richiede oggi ad un vino del Sud), pur mantenendosi intelligentemente tradizionale, grazie all’utilizzo di un’uva intimamente salentina come il Negroamaro e all’esaltazione delle caratteristiche aromatiche e gustative che sprigiona. Un vino profumato di sole questo Carminio dell’etichetta rossa squillante, un concentrato, naturalissimo, d’uva perfettamente matura e lievemente appassita, dal colore rubino carico profondo, grasso e viscoso nel bicchiere, dai profumi dolci, caldi, suadenti, fitti e carezzevoli di prugna, ciliegia, di una mora venata di liquirizia, increspati da sfumature di castagne e di terra. In bocca, il Carminio mostra una perfetta corrispondenza a quanto promesso a naso, un’ampia tessitura, una materia ricca, matura, ben polputa, un gusto asciutto, terroso, una salda struttura tannica, e soprattutto una magnifica compattezza, una lunghezza di sapore, di frutta e di terra, e di sole, dovuta anche ad un alcol sostenuto (14 gradi) ma bilanciato, da vino d’assoluto carattere.
Altro vino previsto per giovedì è il Bonsignore, uvaggio classico di negroamaro all’ottanta per cento, e malvasia nera al venti, da viti vecchie cinquant’anni allevate secondo il tradizionale metodo dell’alberello pugliese, con una densità di quattromila ceppi per ettaro piantati nelle pianure argillose calcaree. È un vino schietto, godurioso, che ha il potere di riconciliarci con le nostre radici, tradizioni, con noi stessi, grazie alla sua genuina bontà. Di colore rubino, dai tratti violacei, densi, ma non concentrati, né tanto meno marmellatosi, esprime potenza al naso di un alcool sostenuto, ma mai sopra le righe, una mineralità che si rivelerà al palato quasi corrosiva, e zaffate di frutta: ciliegie e prugna sotto spirito. Morbido, potente, caldo, dal tannino risoluto, mai stucchevole o stancante, un vino non intellettuale, che richiama le ampie tavolate di amici e parenti nei cortili delle antiche masserie pugliesi. Quei lunghi pranzi lenti, fatti di innumerevoli portate, e sorrisi, pacche, abbracci, risate e baci, e tutt’intorno la splendida ed assolata pianura salentina puntellata di viti e olivi.
Sull’argilla pura nasce il Krasì, terzo vino degustato giovedì sera: un primitivo «vero», spontaneo, rosso rubino carico, impenetrabile, all’olfatto intenso e persistente segnato da dolci note di caffé, al palato ha un ingresso abbastanza morbido, l’alcol a 14,5 gradi quasi non si sente, bellissima struttura capace di sopportare anche i pecorini stagionati a lungo se non pure i caprini. Un gioiello della sapienza contadina nato da una vigna ad alberello molto vecchia.
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