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Cattedrale

Cattedrale
Località: Otranto (LE)
Categoria: Cattedrali

La cattedrale di Otranto, che si erge sul luogo più alto della cittadina, fu concepita affinché potesse essere la chiesa più autorevole di tutta la Puglia. Fu edificata sui resti di una domus romana, di un villaggio messapico e di un tempio paleocristiano, scoperti negli scavi archeologici eseguiti dal 1986 al 1990. L'opera fu iniziata nel 1080, sotto il pontificato di Gregorio VII, e fu ultimata e consacrata il 1° agosto del 1088, sotto Urbano II. In quegli anni, la cittadina hydruntina era nel pieno del suo splendore. Nel progetto furono coinvolti il re, che offrì un considerevole contributo, e il popolo, che fornì prestazioni gratuite. La cattedrale di Otranto è la sintesi di stili differenti come quello paleocristiano, quello bizantino e quello romanico, tutti perfettamente fusi. "La storia di Otranto è in gran parte nella sua cattedrale", scrive Antonio Antonaci. La facciata colpisce per il grande rosone rinascimentale che campeggia sul portale d'ingresso, sormontato dallo stemma dell'arcivescovo Adarzo di Santander. Varcato il portone, a destra, si può notare il sepolcro dell'arcivescovo Serafino da Squillace (1482/1514). La pianta è a croce latina a tre navate, con un'abside semicircolare e due cappelle laterali. Vi sono due file di colonne di granito, in totale 14, sormontate da differenti capitelli. Il duomo ha una lunghezza di 54 metri e una larghezza di 25 metri. Nel 1698 la cattedrale fu dotata dello splendido soffitto a cassettoni in legno coloro oro, su fondo nero e bianco. L'altezza del soffitto centrale è differente dall'altezza dei soffitti laterali, arricchiti da pregevoli dipinti. Lungo le navate sono visibili degli altari: tre a destra (la Resurrezione, San Domenico di Guzman e l'Assunta) e tre a sinistra (La Pentecoste, la Visitazione e San Antonio di Padova). Lo spazio destinato al presbiterio, originariamente, aveva la classica forma basilicale, con l'altare sormontato dal tabernacolo. Il battistero barocco fu commissionato dall'arcivescovo Michele Orsi (1722/1752). Appresso si nota il monumento sepolcrale, sempre barocco, di Francesco Maria de Aste, deceduto nel 1719. Subito dopo, si riconosce il mausoleo del metropolita Gaetano Cosso, morto nel 1655. Nella navata destra si può ammirare la splendida Madonna col Bambino, di fattura bizantina. "Il tutto si fonde in un armonioso poema di fede e di bellezza", ha detto papa Giovanni Paolo II in visita alla città nel 1980. L'elemento, tuttavia, che più di tutti rende speciale la cattedrale di Otranto è lo splendido mosaico pavimentale


Il mosaico

Commissionato nel 1163 dall'arcivescovo di Otranto Gionata, fu eseguito dal monaco Pantaleone, preside della facoltà di pittura dell'Università di Casole. "Suo intendimento è riprodurre con immagini quanto i suoi confratelli insegnavano e studiavano nel suo Monastero", scrive don Grazio Gianfreda. "Rivela che Oriente e Occidente sono una distinzione richiesta dal tempo e dalla storia; che non rappresentano lo scontro di due culture, bensì il compendio di una sola cultura che sa conservare la propria identità anche attraverso le mutazioni imposte dagli eventi". Pantaleone rappresenta il momento storico hydruntino di quegli anni dove convivono due religioni, quella cristiana e quella ebraica, e dove coabitano diverse culture. Il mosaico della cattedrale di Otranto è stato realizzato con delle tessere policrome di calcare locale molto duro. La tendenza di stile è romanica, con alcuni elementi bizantini. L'opera musiva si snoda lungo la navata centrale, le seminavate laterali, l'abside e il presbiterio. Pantaleone ha voluto simboleggiare il dramma dell'uomo nella lotta tra il bene e il male, tra la virtù e il vizio. "Il manto musivo va letto, anzi sfogliato, pagina dopo pagina, accuratamente", ci dice don Grazio, come se fosse un grande libro di pietra.


Navata centrale

Svetta un altissimo "albero della vita" sui cui rami si alternano personaggi di ogni tipo: biblici, mitologici, storici, animali, angeli, diavoli, creature mostruose. Quest'albero, nel vecchio Testamento, simboleggiava l'Immortalità di Dio. "Tutto ha origine dall'albero", scrive ancora don Grazio; "l'albero è la radice, la sorgente di ogni manifestazione di vita". Qui si possono ben notare re Artù, Caino e Abele, i mesi e lo zodiaco, la Torre di Babele, Diana e il cervo ferito, lo Scacchiere dell'Essere, Alessandro Magno su due grifoni alati, i due grandi elefanti che sorreggono l'albero, e via dicendo.


Presbiterio

Pantaleone vi ha racchiuso tutta la storia dell'umanità. Per cominciare, si può notare la tentazione nell'Eden di Adamo ed Eva. Si prosegue con la raffigurazione di dieci ruote contenenti del bestiario e, in ultimo, con quattro medaglioni nei quali sono raffigurati la regina di Saba, re Salomone, la Sirena, il Leopardo e l'Ariete.


Abside

L'artista ripercorre, attraverso la sua arte, la storia del profeta Giona. Lungo la parte superiore, poi, sono ritratti la caccia al cinghiale, rappresentante, probabilmente, la lotta tra i cristiani e satana, e Sansone, simbolo del Cristo vittorioso.


Navata destra

Si ripropone un altro albero della vita, chiamato della "Redenzione". Nella parte superiore, si notano cinque figure, dette i "Giganti". Si riconosce, poi, Salomone che regge un documento. Andando avanti si nota "il rito del capro emissario per il gran giorno dell'espiazione" (Levitico 16, 5-25). Compaiono, subito dopo, degli animali che incarnano virtù e vizi: la sfinge alata, l'enigma; le arpie, la voracità; il Minotauro, la volgarità; il cinghiale, satana; il lupo, l'eresia. Pantaleone pone il leone androcefalo con la testa rivolta all'insù come guardiano dell'albero.


Navata sinistra

Campeggia un altro albero, detto del "Giudizio universale", che rappresenta il Cristo giudice. Qui il mosaico si divide in due parti: a destra, il paradiso; a sinistra, l'inferno.


La Cripta

La cripta, che si snoda nell'area sottostante dell'abside, del presbiterio e di parte dell'aula, possiede tre absidi ed è suddivisa in 9 navate, ciascuna delle quali comprende 5 campate. Non si conosce con precisione la data in cui fu costruita, si presume in epoca romana. Si accede alla cripta o attraverso due scalinate poste lungo le navate laterali della cattedrale o tramite una porta sita lungo una fiancata del duomo otrantino. All'interno della struttura vi sono quattro finestre ad imbotte. Settantadue colonne sostengono la volta. Trenta sono addossate lungo le pareti, e le restanti sono collegate da volte a crociera. Presentano materiali diversi: marmo levigato, grezzo, porfido, cipollino, gres, breccia orientale. I capitelli sono stati realizzati con materiale di spoglio e presentano stili differenti. Alcune pareti conservano ancora degli affreschi antichi e delle lastre marmoree.

Interamente tratto dal portale della città di Otranto www.comune.otranto.le.it

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